Curiosità:
Queste pizze che costituiscono uno dei piatti più caratteristici
ed originali della nostra Tuscia, legati, specialmente nella zona dei Cimini,
alle tradizioni carnevalesche, assumono nomi diversi da paese a paese. Così a
Viterbo vengono chiamate «Fregnacce» come pure ad Acquapendente dove si
celebrava addirittura una sagra, a Caprarola e Faleria sono «Pizzacce», a Orte,
Civitacastellana e Carbognano «Frittelloni» e per meglio dire «Frittellò», a
Tuscania, Montefiascone e Gradoli, prendono il nome di «Stracci» che è poi
trasformato per analogia in «Sutrine» a San Martino, Canepina e Soriano dove
tale termine in senso dispregiativo viene appunto dato allo straccio con cui si
lava per terra, a Vallerano diventano «Fricciolose» a Vignanello «Bertolacce»,
a Bomarzo, «Cappellacce» e così via. Una ricchezza e varietà di nomi come si
vede che dimostra l’importanza ed il saldo attaccamento di questo piatto alle
tradizioni gastronomiche e folcloristiche della Tuscia al punto che ancora oggi
viene usato frequentemente nelle merende in cantina specie nei paesi del
versante orientale dei Cimini. La sua gustosa appetibilità è infatti condensata
in un detto popolare che dice: «Le fregnacce so’ bone calle o ghiacce».